Storia di una scrittrice

Silvia Ammavuta nasce nel 1963 a Firenze. Fin da bambina dimostra una forte attitudine alla scrittura, tanto che alla fine dell'anno scolastico 1973/1974 (il 26 aprile 1974), quindi all'età di soli 10 anni, la maestra la porta con sè alla presentazione del libro di un’amica scrittrice, per stimolare ancora di più in lei la passione per la lettura e la scrittura. Il libro che viene presentato è "Niente e così sia" di Oriana Fallaci. Affatto spaesata, nè in soggezione, in mezzo a tutti quegli adulti, Silvia ascolta affascinata la Fallaci parlare della sua ultima opera e rispondere alle domande del pubblico. Alla fine la maestra le regala una copia del libro e la porta dalla grande scrittrice parlandole del grande amore e predisposizione che la bambina dimostra per la scrittura, al che la Fallaci le firma una dedica speciale: "Per la mia amica Silvia Ammavuta a cui piace scrivere come piace a me" (guarda la foto). Ma è quello che le dice la Fallaci, con sguardo intenso e profondo, che le rimane scolpito nella mente: "...la scrittura richiede disciplina, tenacia e soprattutto devi crederci...": parole non banali, dalla grande forza emotiva, che tracciavano una strada, l'unica possibile per coronare un sogno.

Pur non venendo meno il desiderio e la passione per la scrittura, sceglie l’Istituto d’Arte di Firenze, e consegue nel 1979 il diploma di grafica pubblicitaria. Nel 1981 decide di cambiare completamente settore di interesse e si iscrive al bando di concorso presso l’ospedale CTO di Firenze per diplomarsi in Fisioterapia.

Negli anni seguenti lavora presso un istituto di fisioterapia: il contatto assiduo e ravvicinato con i pazienti le offre l'occasione unica di venire a conoscenza delle loro storie che, con l'ausilio della fantasia, mette nero su bianco. E così manie, tic nervosi, atteggiamenti posturali, mimiche facciali, che ogni giorno registra al lavoro, vengono trasferiti la sera su un foglio di carta, e caratterizzano i personaggi dei suoi primi racconti, di cui non parla con nessuno e che chiude in un cassetto insieme al sogno di diventare scrittrice, frenata principalmente da una domanda a cui non sa - e non può - dare risposta e cioè: a chi potrebbe interessare ciò che scrive?

Se non si sente ancora una scrittrice, di sicuro è un'insaziabile lettrice: sono letteralmente migliaia le pagine che divora, incuriosita e febbrilmente attratta da storie, vicende, biografie; in estate i suoi bagagli si riempiono più che altro di libri e le sue notti trascorrono per buona parte in compagnia di autori più o meno conosciuti, oppure raccogliendo idee e spunti da raccontare, senza minimamente osare di pensare di poter scrivere un libro.

Nel 1986 si sposa con Gabriele, conosciuto alle medie; e nel 1988 nasce la prima figlia, Amelia. Decide di lasciare il lavoro fisso per dedicarsi alla famiglia e sostenere così il marito nel difficile connubio tra il suo lavoro al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e gli studi all'Accademia di Belle Arti, per inseguire il sogno di diventare scenografo. E' un periodo intenso e quando nasce la seconda figlia, Elisa, la gestione familiare prende decisamente il sopravvento. Il tempo per leggere e scrivere è ridotto ai minimi termini, ma la scelta permette al marito di coniugare felicemente studio e lavoro, fino al conseguimento della sua Laurea in Scenografia, traguardo che Silvia sente in parte suo: adesso può riprendere a scrivere e a riempire di fogli quel cassetto. Ma non è ancora giunto il momento del coraggio, e quel cassetto continua a rimanere chiuso.

Su richiesta della sorella Laura inizia a scrivere la storia di famiglia incentrando la narrazione prevalentemente sulla parte paterna. La famiglia del padre infatti è molto numerosa e le vicende che coinvolgono i componenti (i due nonni, il padre, e i suoi nove fratelli e sorelle) danno vita ad un manoscritto ponderoso che sebbene molto interessante risulta, però, inorganico: una mole così ampia di personaggi ed intrecci necessita di padroneggiare le tecniche di scrittura che permettono ad una bella storia di diventare un romanzo vero e proprio. Lei sa che nemmeno rivisitato e corretto quel primo manoscritto riuscirà mai a raggiungere la vetrina di una libreria, ma la presa di coscienza che sia necessario fare un passo avanti per andare oltre le innate capacità di narrazione, la spinge ad iscriversi, all'età di 50 anni, ad un corso di scrittura creativa.

In quell'aula piena di aspiranti scrittori come lei, nasce l'idea del primo romanzo: “Il segreto del fico”, pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Lorenzo de’ Medici, una storia di segreti familiari ambientata nelle campagne toscane di fine '800.
Ma l'esperienza si rivela fruttuosa anche perché le permette di entrare a far parte del gruppo "scriviperbene", creato da due colleghe di corso insieme ad altre loro compagne di penna. Un nome con due chiavi di lettura: da un lato la scrittura a più mani come strumento di confronto e crescita stilisitico-creativa, nonché affinamento della tecnica e dello stile; dall'altro, la sua finalità filantropica, in quanto i proventi dei lavori del gruppo sono devoluti a favore di varie organizzazioni no-profit. I tre volumi che hanno visto la luce fino ad oggi (“Viaggi e mete per streghe liete”, “La giusta luce”, "Acqua”), tutti pubblicati dalla casa editrice "Ali&no") hanno visto portare un contributo importante ad associazioni quali "Soroptimist International Club" che realizza progetti finalizzati alla tutela di donne e minori, all'ONLUS “SottoSopra” per la realizzazione di un pozzo in Malawi, scopo raggiunto nel 2019, e a varie associazioni animaliste.

Nel marzo 2020, quando il suo nuovo romanzo è prossimo alla pubblicazione, il paese entra in lockdown e l’uscita viene rimandata a data da destinarsi. Intanto viene contattata dall’emittente Radio Centro Musica di Roma che le propone una trasmissione sulla letteratura. Pur non avendo mai fatto radio prima d'ora e non sapendo nulla delle dinamiche di questa mondo, accetta con entusiasmo e nasce così Indovina chi leggo dopocena”, un programma ideato e condotto da lei stessa che vuole essere uno spazio libero in cui autrici e autori emergenti possano farsi conoscere e presentare le loro opere; ogni puntata prevede un unico ospite, intervistato sulla sua opera ma anche sulle sue esperienze e opinioni, una sorta di viaggio dell'anima in cui conduttore e ospite, sulla scorta del comune denominatore della scrittura, realizzano un momento di scoperta e confronto. Nel settembre 2017 la casa editrice Scribo decide di pubblicare il secondo romanzo , “Rosa fra le rose”, una storia di violenza domestica vista attraverso gli occhi di un bambino. L’intento è quello di mettere in evidenza quante vittime crei la violenza, sia psicologica che fisica, anche nella cerchia degli affetti della vittima stessa.